Quando si parla di salute renale, l’attenzione si concentra spesso su dieta e farmaci, ma l’acqua che beviamo ha un ruolo cruciale.
Non tutte le acque sono uguali, e per chi soffre di disturbi renali, la scelta può fare la differenza tra benessere e complicazioni. Alcune acque, infatti, possono sovraccaricare i reni, mentre altre li aiutano a funzionare al meglio.

Conoscere le caratteristiche dell’acqua più adatta è fondamentale per prevenire problemi come i calcoli renali e mantenere in salute l’intero organismo. Per chi ha problemi renali, non tutte le acque sono consigliabili.
Acque da evitare: quando l’idratazione può diventare un rischio
Le acque ad alto residuo fisso, ovvero con un contenuto di sali minerali superiore a 500 mg/l, possono rappresentare un carico eccessivo per i reni già compromessi. Queste acque, spesso definite “ricche”, contengono elevate quantità di minerali come sodio, calcio e magnesio, che in eccesso possono favorire la formazione di calcoli renali e aumentare la pressione arteriosa. In particolare, un alto contenuto di sodio può essere problematico per chi soffre di ipertensione o ritenzione idrica, condizioni spesso associate a disfunzioni renali.

Anche le acque con un elevato contenuto di nitrati (oltre 10 mg/l) sono da evitare, poiché possono interferire con la funzione renale e rappresentare un rischio per la salute, soprattutto nei bambini e nelle donne in gravidanza. È quindi essenziale leggere attentamente l’etichetta dell’acqua in bottiglia, verificando il residuo fisso, il contenuto di sodio e la presenza di nitrati, per fare una scelta consapevole e sicura.
Inoltre, è importante ricordare che l’eccesso di alcuni minerali può accumularsi nel tempo e peggiorare la funzionalità renale, quindi anche chi non ha ancora problemi evidenti dovrebbe prestare attenzione. Infine, evitare acque troppo “pesanti” aiuta a mantenere un corretto equilibrio idrosalino, fondamentale per il benessere generale dell’organismo.
Per supportare la funzione renale e prevenire la formazione di calcoli, è consigliabile scegliere acque oligominerali, caratterizzate da un residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l. Queste acque, povere di sali minerali, favoriscono una maggiore diuresi, aiutando i reni a eliminare le tossine e a mantenere l’equilibrio idrosalino dell’organismo. In alcuni casi, come la predisposizione ai calcoli di acido urico, può essere utile optare per acque bicarbonate, che contribuiscono ad alcalinizzare le urine, riducendo il rischio di formazione di cristalli.
Anche l’acqua del rubinetto può essere una valida opzione, purché abbia un basso contenuto di minerali. È importante mantenere una buona idratazione, distribuendo l’assunzione di acqua durante l’intera giornata, per garantire un apporto costante e adeguato ai reni. Inoltre, è consigliabile limitare il consumo di bibite zuccherate, succhi di frutta industriali e alcolici, che possono sovraccaricare i reni e favorire la formazione di calcoli. Consultare un medico o un nutrizionista può aiutare a individuare l’acqua più adatta alle proprie esigenze, soprattutto in presenza di patologie renali o predisposizioni specifiche.