Anche se “innocui”, alcuni movimenti di denaro possono accendere i riflettori dell’Agenzia delle Entrate. Ecco come evitare grane bancarie con il Fisco.
Nell’era dell’homebanking, è normale aprire l’app della propria banca, fare un bonifico o un prelievo e pensare che tutto fili liscio. Ma c’è un osservatore silenzioso che non dorme mai: il Fisco. Oggi che tutto è tracciabile, infatti, anche i movimenti più “banali” sul nostro conto possono far scattare i campanelli d’allarme dell’Agenzia delle Entrate. Non serve ostentare la propria ricchezza a bordo di una Lamborghini o avere depositi milionari offshore: basta molto meno per finire sotto l’implabacabile lente esattoriale…

Il punto è che queste operazioni non sono di per sé illegali. Il problema nasce quando i numeri sul conto non sono in “sintonia” con le nostre dichiarazioni dei redditi. A quel punto, il sistema di controllo automatico del Fisco – tra algoritmi e incroci di dati – si mette in moto e per moltio contribuenti può mettersi male. Vediamo insieme come ovviare al “problema”.
Tutti i movimenti “sospetti” che fanno scattare i controlli del Fisco
In cima a questa speciale classifica ci sono i prelievi “eccessivi” in contanti. Può sembrare banale, ma se preleviamo continuamente somme elevate senza un motivo chiaro (magari sempre appena dopo l’accredito dello stipendio), il Fisco può chiedersi: dove finiscono quei soldi? Peggio ancora se il tenore di vita dichiarato non regge il confronto.

Anche i versamenti frequenti di cash sono considerati “sospetti”. Mettere troppo spesso soldi contanti sul proprio conto – anche somme non esorbitanti – fa scattare l’ipotesi di “nero”. Soprattutto se il titolare del conto non è un commerciante o un libero professionista con incassi documentabili, potrebbe esserci “odore” di evasione.
Occhio poi ai bonifici da e verso l’estero. I trasferimenti internazionali, soprattutto verso paesi considerati “a rischio fiscale” o verso paradisi fiscali, sono “osservati speciali”. Non serve muovere cifre astronomiche: anche importi più modesti, ma ricorrenti, possono far partire verifiche. Last but not least il giroconto, anche tra amici o familiari, può sembrare una cortesia: il Fisco vuole sapere perché è stato fatto e, soprattutto, se dietro si cela un modo per eludere imposte o nascondere redditi.
Il consiglio? Non farsi prendere dal panico, ma giocare sempre a carte scoperte. Tenere una contabilità pulita e coerente con ciò che si dichiara è utile per evitare grattacapi e controlli a sorpresa. Mai dimenticare che al Fisco non interessa (solo) quanto spendiamo, ma (soprattutto) come.